FATTORI DI RISCHIO DELL’EPATOPATIA
L’epatopatia è la conseguenza più attesa dell’abuso alcolico dal momento che il fegato è la sede dove avviene prevalentemente la metabolizzazione dell’alcol. In realtà non tutti gli alcolisti cronici sviluppano un danno epatico e l’incidenza di cirrosi all’esame autoptico è in questi soggetti del 10-15% (1). Certamente l’entità del consumo medio delle bevande alcoliche è il fattore di rischio principale per la genesi del danno epatico. Ma non c’è accordo nell’identificare un limite di sicurezza nei consumi di alcolici. Col progredire delle conoscenze epidemiologiche e biologiche dei danni da alcol si è assistito ad una progressiva diminuzione della cosiddetta “soglia di rischio”, inizialmente individuata in 160 grammi da Lelbach (2). La dose considerata attualmente tossica per la maggior parte degli individui è superiore a 40-80 g di alcol al giorno, anche se i vari studi rivolti a identificare una dose di alcol giornaliera presumibilmente priva di effetti lesivi hanno in pratica dimostrato una sostanziale imprevedibilità delle conseguenze dell’alcol sull’organismo (3). Oltre al consumo medio giornaliero di alcol, pare molto importante anche la durata dell’abuso. Infatti, nessun soggetto che assuma più di 160 grammi di alcol/die sviluppa cirrosi se la durata dell’introito etanolico è inferiore a cinque anni. Se invece tale consumo si mantiene per più di vent’anni circa il 50% dei pazienti sviluppa questa patologia. Non vi è correlazione col tipo di bevanda assunta, ma solo con il suo contenuto alcolico, in quanto gli altri numerosi costituenti non risultano essere epatotossici. Da rilevare inoltre che il consumo quotidiano protratto risulta più dannoso di quello saltuario, tanto che viene raccomandato di non assumere alcol per almeno due giorni alla settimana. In definitiva il rischio di epatopatia è legato principalmente al consumo continuativo di grandi quantità di alcolici per molti anni.
Rimedi Naturali: